mercoledì 11 gennaio 2012

Kebab on the Road: puntata 7

Dai polverosi archivi dell'abbandonata ma mai morente Maniac Productions ecco a voi l'ultima puntata dell'epico viaggio del prode Menego tra i sapori kebabbosi:

domenica 16 gennaio 2011

Escape from the restroom

Fuga dal bagno pubblico
punta e clicca in italiano
Versione 0.9

Una birra in compagnia può avere l'effetto collaterale di riempire la vescica e quindi si sente la necessità di svuotarla nel bagno pubblico del proprio locale preferito.
Ma cosa succede se all'uscita troviamo un simpatico custode che chiede la mancia e non abbiamo più spiccioli?



Per ricevere consigli su come proseguire nel gioco o segnalare bug commentate qui sotto!

mercoledì 12 gennaio 2011

Detective NewCastleBrown parte 4

Lambrusco.
E non parlo di un Lambrusco qualsiasi. Non certo di quello che Ligabue mescolava con i pop-corn(che orrore).
Ah, Lambrusco, vino emiliano, che berrei volentieri, non fosse che il Lambrusco di cui vi parlo ora nulla ha a che fare con l'enologia.
Ricordo di essermi svegliato in un letto madido di sudore dopo un sogno orribile e nelle orecchie mi rimbombava una voce: “Lambrusco!
-No grazie non ho sete - risposi
-Imbecille. Vai da Tony Lambrusco! - continuò la voce.
Tony Lambrusco era il piccolo delinquente locale, alla quale finestra mi ero trovato a spiare un paio di puntate fa. Allora era in compagnia di una donna la cui bellezza faceva venire le vertigini alla locale rappresentazione fisica dell'universo.
Decisi di andare da Tony, con la volontà di interrogarlo o almeno di scroccargli una manciata di salatini.
Tony non era un tipo dal quale si poteva andare, suonare il campanello e farsi ricevere. Andai a casa sua a cavallo di Charlie, mi piazzai davanti alla porta con la faccia distorta in una smorfia di cattiveria e urlai 'Apri, nel nome di Hello Kitty', sparando all'impazzata.
Senza aspettare risposta mi gettai nella finestra frantumandola e mentre una miriade di minuscoli pezzettini di vetro si conficcava nella mia pelle, una voce misto calabrese diceva: “vieni pure avhant, è aphert”
Entrai e un uomo dal sorriso sghembo mi fissava ebete.
-Ciao Tony -
- Ciah! -
Lo fissai minacciosamente per svariate centinaia di secondi, dopodichè egli, mantenendo inalterata l'espressione facciale(sorriso sghembo) mi accompagnò nel suo studio. Lo seguii, senza smettere la complessa danza maori che stavo eseguendo per intimidirlo.
Si sedette e mi disse -Ti dico tutto-
Improvvisamente intuii che mi avrebbe detto tutto.
E cominciò dicendo:
- Vedhi allhor le cous son molt semplicc in realtah: quann tu mhaivis conlatip ioinreal nonsosehaicapp però segretement un motivazion ecco è la quale che ciccirupu nel senso che quando ti fai prendere succed che le cose si complican e quind tuttsivolt nel sbagliatament e io esplos.
Quind quellaser sottolavis lampia ioerola indue omicidassino poliziotti. Poi tagliatodilato nellcasadentro sottolineo e corposahtrovah quindi commissario.
Chiaro?-
La mia espressione non doveva averlo convinto visto che mi disse:
-Allhor ti ripet: quanntumhaivisconlatipioinrealnonsosehaicappperòsegretementunmotivazioneccoè laqualecheciccirupunelsensochequandotfaiprenderesuccedchelecosesicomplicanequindtuttsivoltnel sbagliatamenteioesplosquindquellasersottolavislampiaioerolaindueomicidassinopoliziottipoi tagliatodilatonellcasadentrosottolineoecorposahtrovahquindicommissario.
Questa volta feci un cenno e salutai soddisfatto.
Avevo un nuovo indizio da seguire.

mercoledì 5 gennaio 2011

Detective NewCastleBrown parte tre


Detective NewCastleBrown
parte III

-Adesso è proprio venuta l'ora di fare i conti -
disse spalancando con veemenza la porta
- Delinquente da quattro soldi -
entrò una giovane recluta di polizia con il vestito perfettamente in ordine
- razza di pervertito spione -
- Non credi di esagerare un po troppo ragazzo ? -
La voce coprì la precedente ed entro il commissario, cinquantenne abbondantemente sovrappeso rinchiuso in un impermeabile lercio.
Aveva le guance e il mento ricoperti di frammenti di snack al cioccolato. E ulteriori pezzi si andavano disgustosamente ad unire ai primi dato che ne stava sgranocchiando uno proprio in quel momento.
- Vecchio mio – mi disse sputacchiando
- non perdi l'abitudine di ficcarti nei guai. -
- Prendo il caso – dissi ignorandolo e indicando il cadavere dall'espressione beota.
- C'è qualcosa in quest'uomo che mi ricorda me stesso – aggiungei.
Il commissario guardò il cadavere e poi me e disse – Sì in effetti la rassomiglianza è impressionante – Ma ti devo chiedere di starne fuori. -
- Perchè? Ordini dall'alto? - dissi.
- No. Perchè sei un completo idiota. -
Usci dall'obitorio e dal commissariato con la convinzione che avrei dovuto risolvere quel caso anche a costo di perdere la mia preziosa collezione di modellini di robot giapponesi.
Quella sera riportai Charlie alla sua padrona e dissi a Rodent che avrei preso quel criminale che l'aveva colpito alla testa ed era fuggito poco dopo.
Mi sdraiai, in attesa che una qualche sequenza onirica mi suggerisse indizi fondamentali.
Chiusi gli occhi e lentamente tra i miei sogni bui iniziai a sentire la dapprima flebile e poi sempre più chiaramente la sigla di Twin Peaks.
Quello era il segno che stava per cominciare un'affascinante quanto bizzarra successione di immagini all'interno del mio sogno.
Improvvisamente venni colto dalla consapevolezza che il nome del cadavere dall'espressione beota era Noodles. Sam Noodles. Lo vidi chiaramente ora, vivo, sotto la doccia, nudo, e desiderai trafiggermi gli occhi con della carta particolarmente appuntita. Nudo, ma non completamente: indossava una retina per capelli e stava sorseggiando una tazza di the. Sì, sotto la doccia. Mi resi conto di avere un enorme coltello da cucina in mano e che Noodles aveva in volto espressione di puro terrore. Di puro, genuino, idiota terrore. Seguirono una cinquantina di brevi sequenze nelle quali il coltello calava ripetutamente sulla vittima riprese tutte da diverse angolazioni. Nell'ultima scena percepii la mano di Noodles cadere al rallentatore verso il pavimento della doccia, lasciando cadere la tazza di the, il cui contenuto si mescolava drammaticamente con l'acqua fluendo via nello scarico.
Mi svegliai di soprassalto urlando, fradicio di sudore freddo. Mentre il mio cuore si calmava e mi rimettevo lentamente sdraiato, mi accorsi che qualcosa non andava. Mi girai e il cadavere di Noodles era sdraiato al mio fianco. Non solo: mi sorrideva e ammiccava sensualmente. Mi resi conto di indossare un candido vestito da sposa e di essere sdraiato su un morbido materasso ad acqua a forma di cuore. Urlai disperatamente con tutta la forza che avevo nei polmoni e mi svegliai, stavolta davvero, nel divano del mio ufficio. Cercai di cancellare le orribili immagini che mi si erano impresse nella retina mescolando superalcolici con polvere da sparo, sale, limone. Mescolai tutto assieme nello stesso bicchiere e lo gettai per terra, quindi iniziai a colpire una parete con la testa. Tutto inutile.

mercoledì 29 dicembre 2010

Detective NewCastleBrown parte II

Detective NewCastleBrown
hardboiled gothic meaning-less noir
parte II

Oscurità, orribili tenebre e dovete credermi, totale assenza di tartine al prosciutto.
Questo mi stava aspettando nel luogo gelido dove mi stavano trascinando.
Stavo calorosamente abbracciando il pavimento, quando finalmente la porta si chiuse e chi mi aveva portato lì era rimasto dall'altra parte. Nonostante la cosa mi parve un tantinello sgarbata, lasciai perdere e mi dedicai allo sforzo di aprire gli occhi.
La stanza vacillava in modo parecchio sconveniente.
Provai a mettermi seduto.
La stanza fece una capriola meravigliosamente coordinata.
Cercai di alzarmi.
La stanza si esibì in un doppio carpiato con avvitamento finale, ma dopo alcune acrobazie le cose si stabilizzarono ed ebbi modo di osservare con maggiore chiarezza lo spazio che mi circondava.
E fui colto dall'orrore.
Tendine rosa a pois verdi su tutte le finestre.
No anzi: niente finestre. Sembrava un obitorio.
No anzi: lo era. E un cadavere stava steso di fianco a me, sull'alluce l'etichetta diceva: 'assassinato da poco'.
Sorvolando sulla scarsa professionalità di chi aveva redatto l'etichetta sollevai il cadavere quel tanto che bastava per farlo restare seduto. Gli guardai il viso. Sembrava che la morte non fosse riuscita a togliere l'espressione ebete che doveva aver avuto da vivo.
Lo fissai con sguardo indagatorio. Ogni minuto che passava la sua espressione mi sembrava sempre più idiota. Chi poteva averlo ucciso? Non sembrava più pericoloso di un cocktail di gassosa e succo di mirtillo. Il mio spirito di detective non sarebbe stato in pace finchè non l'avessi scoperto.
Ma in quelle condizioni come si poteva indagare?
Dovevo cercare di uscire da quella stanza.
No troppo banale, chiunque cercherebbe di farlo.
D'un tratto, il colpo di genio: sicuramente una persona doveva aver visto l'assassino.
E io sapevo chi: la vittima. Non mi restava che interrogarlo.
Presi il cadavere e con il mio sguardo più feroce e dissi:
- Dimmi chi sei tu davvero, maledetto piccolo sgualdrino! -
-. . . - (silenzio)
- Ah così sei un duro eh? Parla! -
- . . . - (silenzio denso di significato)
- Stai attento conosco metodi molto convincenti! -
-. . . . . . . . . - (silenzio decisamente lungo)
-Ok allora mi costringi a... -
- whargroffgrrhuhuhugruntgrunt -
- Con le buone maniere si ottiene tutto -
- uofuofwhargrrgrunt -
- Chi è stata l'ultima persona che hai visto prima di morire? -
- uofuofarghrghriddt -
D'improvviso mi resi conto che le ultime tre frasi le aveva pronunciate Charlie il cane e che le ultime suonavano molto simili a come un cane avrebbe pronunciato “sei un idiota”.
E il caro vecchio Charlie decise di coprirmi di bava mentre la porta si apriva e chi mi aveva portato li apriva la porta e diceva:
-Adesso è proprio venuta l'ora di fare i conti -
Non trovando nascondigli adeguati decisi di restare immobile: forse il mio aggressore poteva percepire solo gli oggetti in movimento, come alcuni tipi di rettile.

mercoledì 22 dicembre 2010

Detective NewCastleBrown parte I

Detective NewCastleBrown
a swedish melodic noir tale
parte I

Sulla porta si poteva leggere: "nworBeltsaCweN evitceteD".
Dall'interno non faceva lo stesso effetto che faceva dall'esterno.
Ero seduto dietro la scrivania del mio ufficio dondolandomi sulla sedia quando la porta si spalancò.
Persi l'equilibrio e scivolai per terra con la dignità di un lemure investito da un autoarticolato britannico.
-Detective?- disse la voce, suadente come velluto intriso di liquami zootecnici.
Affrontai la situazione con coraggio e sangue freddo, interpretando in maniera impeccabile la parte della moquette.
-Detective la prego, la mia vecchia madre ha bisogno del suo aiuto, Charlie è fuggito ancora e il terapista dice che la pet-terapy è la sua ultima speranza! La prego, si alzi, mi sta schiacciando un alluce con il gomito!-
Mi alzai e osservai il piccolo uomo con sguardo professionale. Basso, pelato, con grandi occhiali a fondo di bottiglia.
-Se posso fare qualcosa per il bene di quella povera signora, lo farò, per il sommo supremo ideale della giustizia e giuramento boyscout.-dissi in tono epico brandendo una pesante bibbia.
Poi calai con forza la pesante bibbia sulla testa dell'uomo e fuggii eroicamente fuori dal mio ufficio.
Ora passeggiavo per strade poco illuminate nella penombra serale e l'atmosfera mi pareva giusta per cominciare un monologo interiore.
Mi spiaceva per il povero Sr. Rodent, non avevo intenzione di danneggiare il suo cuoio capelluto, ma avrei preferito ingerire una scatola di chiodi spuntati piuttosto che affrontare nuovamente l'orribile creatura che egli si ostinava a chiamare 'madre'. Il suo terapista le aveva affidato un cucciolo mezzo pitbull e mezzo Charles Manson, ex campione di lotta tra cani in bische clandestine, sperando che in un tragico incidente scambiasse la sua padrona per un enorme stinco di maiale ben cotto. Purtroppo le cose non erano andate così e il povero cane stremato dalle orribili torture a base di tutù rosa e rasature da barboncino scappava ogni volta che la porta di casa si apriva del minimo numero di centimetri necessari.
Mentre riflettevo su questi e altri malinconici avvenimenti della vita sentì una forte fitta dolorosa al polpaccio.
Non avevo trovato Charlie, lui aveva trovato me.
Mi girai a guardarlo e le sue tremende fauci piene di denti si contorsero in quello che sembrava un malvagio sorriso, senza staccarsi dalla mia carne.
Dopo alcuni secondi in cui il tempo sembrava essersi fermato, mi trascinò in un vicolo buio. Mi preparai al peggio e invece, contro ogni aspettativa il mostruoso pitbull mi liberò dalle sue fauci facendomi sbattere contro una di quelle finestre raso terra che illuminano le cantine. Dopodichè indietreggio stizzito tenendo alto il posteriore e la coda alzata con evidente aria di superiorità.
Dalla finestra usciva una malsana luce verdastra e io non potei fare a meno di sbirciare.
All'interno sinuosa ancheggiava la silhouette più sexy che avessi mai visto. Aveva più curve di un percorso di rally sugli Appennini ed era così prepotentemente sensuale che anche le realtà che la circondava vacillava in sua presenza. Poco più in la, circondato da wormhole e dischi volanti truccati da clown, il capo-criminale locale sembrava sconvolto almeno quanto il tessuto spazio-temporale che lo ospitava.
- Dobbiamo nasconderlo! - disse in un momento di improvvisa lucidità, e quelle furono le ultime parole che sentì prima che qualcuno mi colpisse in testa con l'ultimo romanzo di Stephen King.
Mentre ero svenuto udì una voce nella mia mente bisbigliare: fine prima parte.

martedì 1 dicembre 2009

Kebab On The Road puntata 6: Barcelona (Spagna), la rambla


Come arrivare: Oggi siamo a Barcelona, Spagna. Il negozio si trova in una traversa della rambla. Non ricordiamo la via ma il nome del posto si: “LUNA DE ISTAMBUL KEBAP”. Andando in direzione mare la traversa è sulla destra e ci sono 3 kebab uno di fianco all’altro sulla sinistra. Impossibile non capire dove sia.
Il locale: Il locale è accogliente, le pareti a specchio amplificano non solo i colori della carne, ma anche gli odori e le fragranze. Come sottolineato dai nostri esperti il personale è veramente gentile e simpatico ed è bello vederli scherzare e commentare il modo in cui componi il tuo panino/durum. Il mio l’hanno definito “very strong”!!
Il panino: Anche a Barcelona così come a Berlino ci sono due tipi di carne, il chicken doner e lo spiedo normale. Qui a barcelona va molto il durum. Nelle dimensioni il suddetto kebab non è esagerato (come in tutta Barcelona a quanto abbiamo appurato), ma nel complesso è molto saporito e digeribile, un prodotto da gustare a tutte le ore per reggere il ritmo delle notti infinite barcellonesi. I prezzi sono competitivi.... Mostra tutto
Giudizio: Un pollice e mezzo su.