mercoledì 5 gennaio 2011

Detective NewCastleBrown parte tre


Detective NewCastleBrown
parte III

-Adesso è proprio venuta l'ora di fare i conti -
disse spalancando con veemenza la porta
- Delinquente da quattro soldi -
entrò una giovane recluta di polizia con il vestito perfettamente in ordine
- razza di pervertito spione -
- Non credi di esagerare un po troppo ragazzo ? -
La voce coprì la precedente ed entro il commissario, cinquantenne abbondantemente sovrappeso rinchiuso in un impermeabile lercio.
Aveva le guance e il mento ricoperti di frammenti di snack al cioccolato. E ulteriori pezzi si andavano disgustosamente ad unire ai primi dato che ne stava sgranocchiando uno proprio in quel momento.
- Vecchio mio – mi disse sputacchiando
- non perdi l'abitudine di ficcarti nei guai. -
- Prendo il caso – dissi ignorandolo e indicando il cadavere dall'espressione beota.
- C'è qualcosa in quest'uomo che mi ricorda me stesso – aggiungei.
Il commissario guardò il cadavere e poi me e disse – Sì in effetti la rassomiglianza è impressionante – Ma ti devo chiedere di starne fuori. -
- Perchè? Ordini dall'alto? - dissi.
- No. Perchè sei un completo idiota. -
Usci dall'obitorio e dal commissariato con la convinzione che avrei dovuto risolvere quel caso anche a costo di perdere la mia preziosa collezione di modellini di robot giapponesi.
Quella sera riportai Charlie alla sua padrona e dissi a Rodent che avrei preso quel criminale che l'aveva colpito alla testa ed era fuggito poco dopo.
Mi sdraiai, in attesa che una qualche sequenza onirica mi suggerisse indizi fondamentali.
Chiusi gli occhi e lentamente tra i miei sogni bui iniziai a sentire la dapprima flebile e poi sempre più chiaramente la sigla di Twin Peaks.
Quello era il segno che stava per cominciare un'affascinante quanto bizzarra successione di immagini all'interno del mio sogno.
Improvvisamente venni colto dalla consapevolezza che il nome del cadavere dall'espressione beota era Noodles. Sam Noodles. Lo vidi chiaramente ora, vivo, sotto la doccia, nudo, e desiderai trafiggermi gli occhi con della carta particolarmente appuntita. Nudo, ma non completamente: indossava una retina per capelli e stava sorseggiando una tazza di the. Sì, sotto la doccia. Mi resi conto di avere un enorme coltello da cucina in mano e che Noodles aveva in volto espressione di puro terrore. Di puro, genuino, idiota terrore. Seguirono una cinquantina di brevi sequenze nelle quali il coltello calava ripetutamente sulla vittima riprese tutte da diverse angolazioni. Nell'ultima scena percepii la mano di Noodles cadere al rallentatore verso il pavimento della doccia, lasciando cadere la tazza di the, il cui contenuto si mescolava drammaticamente con l'acqua fluendo via nello scarico.
Mi svegliai di soprassalto urlando, fradicio di sudore freddo. Mentre il mio cuore si calmava e mi rimettevo lentamente sdraiato, mi accorsi che qualcosa non andava. Mi girai e il cadavere di Noodles era sdraiato al mio fianco. Non solo: mi sorrideva e ammiccava sensualmente. Mi resi conto di indossare un candido vestito da sposa e di essere sdraiato su un morbido materasso ad acqua a forma di cuore. Urlai disperatamente con tutta la forza che avevo nei polmoni e mi svegliai, stavolta davvero, nel divano del mio ufficio. Cercai di cancellare le orribili immagini che mi si erano impresse nella retina mescolando superalcolici con polvere da sparo, sale, limone. Mescolai tutto assieme nello stesso bicchiere e lo gettai per terra, quindi iniziai a colpire una parete con la testa. Tutto inutile.

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